L'articolo:

La risoluzione delle telecamere, quante linee? quanti pixel?

Ed eccoci ad un’altra  questione che crea spesso confusione:

LA RISOLUZIONE DELLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA.

Per riuscire a fare chiarezza dobbiamo tornare agli albori della televisione, fate un viaggio nel tempo con me:

Nel segnale video analogico standard (PAL o NTSC), un’immagine viene scomposta in un certo numero di linee orizzontali che la compongono.

Ogni linea viene trasmessa separatamente e successivamente ricombinata per formare l’immagine completa.

Un “quadro” è l’immagine intera composta da un certo numero di linee, mentre un “semiquadro” è metà di un quadro, ovvero solo le linee pari o dispari dell’immagine.

L’interlacciamento viene utilizzato per trasmettere informazioni sulle linee dei semiquadri in modo alternato, creando l’illusione di un’immagine completa e fluida.

In altre parole, ogni quadro viene diviso in due semiquadri e ognuno di questi viene trasmesso in momenti diversi, rendendo possibile la visualizzazione dell’immagine completa in modo continuo. Questo è il motivo per cui si parla di “interlacciamento“.

Nello standard PAL utilizzato in Europa, i semiquadri vengono creati e visualizzati a una frequenza di 50 Hz, ovvero vengono visualizzati 50 semiquadri al secondo.

Con l’interlacciamento, questi semiquadri vengono combinati per creare 25 quadri al secondo. Ciascun quadro è composto da 625 linee orizzontali.

Detto questo sappiamo che un sistema video analogico in standard PAL è capace di visualizzare 625 linee orizzontali.

 

Come possiamo misurare la qualità di una telecamera? 

Proprio misurando quante di queste linee è in grado di leggere e trasmettere. 

Le linee del segnale video possono essere considerate come le pennellate di un pittore.

Proprio come un pittore crea un’immagine su una tela utilizzando diverse pennellate, le linee del segnale video vengono utilizzate per creare un’immagine televisiva.

La quantità di linee presenti in un segnale video determina la quantità di dettagli che saranno visibili nell’immagine finale.

Più linee ci sono, più dettagliata sarà l’immagine, proprio come un quadro con più pennellate risulta più dettagliato.

 

e allora i pixel?

 

un po’ di pazienza e ci arriviamo!

Lo standard PAL fu introdotto negli anni ’50 come miglioramento rispetto al più vecchio NTSC. L’utilizzo dell’interlacciamento era un modo di ottimizzare lo spazio nel mezzo trasmissivo (quello che oggi facciamo con la compressione)

In quegli anni le telecamere creavano le linee dell’immagine attraverso l’utilizzo di un tubo vidicon che consisteva in un materiale fotoelettrico che registrava la luce che colpiva la superficie.La storia della trasmissione video

Questa registrazione veniva effettuata grazie ad un sistema di scansione, simile a quando un dito segue le parole scritte su un libro. La successiva ricostruzione dell’immagine veniva effettuata tramite il tubo catodico del monitor proiettando l’immagine nello stesso modo.

Con l’avvento dei sensori a stato solido CCD e CMOS negli anni ’80 e ’90 il modo di acquisire le immagini ha subito una vera rivoluzione.

Un sensore CCD legge un’immagine utilizzando una serie di pixel, ognuno dei quali è in grado di raccogliere la luce che colpisce la sua superficie.

Questi pixel trasformano la luce in cariche elettriche che vengono poi trasferite e convertite in un segnale digitale che rappresenta l’immagine.

In questo modo, un sensore CCD è in grado di leggere l’immagine molto più rapidamente e con una maggiore precisione rispetto a un tubo vidicon, che utilizzava un sistema di scansione più lento e meno preciso.

 

Ecco l’introduzione del termine Pixel

 

Bello!

peccato che i monitor erano ancora a tubo catodico e il sistema di trasmissione quello di decenni prima.

 

Per farla breve i sensori CCD pur essendo nati digitali dovevano “mimare” il vecchio tubo Vidicon analogico e le telecamere si continuarono a valutare con le linee.

 

Negli anni ’90, le telecamere TVCC a colori erano in grado di raggiungere risoluzioni di 380 linee, mentre solo quelle negli studi televisivi erano in grado di sfruttare al massimo le 625 linee consentite dallo standard PAL. 

 

Dagli anni 2000 il progresso delle tecnologie hardware e software, come processori più potenti, maggiore capacità di memoria, protocolli di trasmissione basati su IP, compressione video più efficiente e prezzi più accessibili, hanno portato alla diffusione e all’adozione di nuovi standard video HD, come, HDSDI, AHD,TVI e HDCVI

 

Liberi dal vincolo del segnale video standard, oggi è consuetudine considerare i pixel come fattore determinante per valutare la qualità di una telecamera per videosorveglianza,

anche se…

se mi segui da un po’ sai che considero i megapixel soltanto uno dei tanti parametri di valutazione di una telecamera o per meglio dire di un sistema di videosorveglianza e che spingo i veri professionisti a conoscerli e valutarli tutti per ottenere una risoluzione ottimale!

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